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Psicologo cantu / Posts tagged "psicologo"

CRISI DELLA COPPIA: origini e soluzioni

valerio 08.03.2017 Blog 0
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Libertà: condizione di un soggetto che può agire senza nessun genere di costrizione.

 

Libertà di pensiero, di relazione, di espressione, ecco i colori dell’attuale società. Come in un quadro impressionista dove le emozioni non vanno nascoste o camuffate, dove la soggettività dell’autore viene messa in primo piano, dove l’artista diviene ribelle alle convenzioni e l’interesse viene così rivolto al colore piuttosto che al disegno, oggi il protagonista, il vero capitano della nave risulta essere l’Individuo.

 

Enrico Cheli la chiama “La rivoluzione interpersonale” descritta quindi come un cambiamento radicale, drastico, repentino avvenuto da qualche decennio a questa parte. Per millenni fino alla prima metà del XX secolo, tutti i membri della comunità dovevano conformarsi a regole e a schemi ben precisi. La morale era rigida, repressiva, autoritaria, risultava allora impensabile discostarsi dalla norma senza pagarne un duro prezzo. Il mondo era delimitato nel raggio di pochi chilometri dal luogo nel quale si viveva, tutto al di fuori di questo raggio era sconosciuto e spesso temuto.

 

Per analizzare questo fenomeno in modo completo risulta necessario un approccio olistico dove vengano tenuti presenti gli apporti e le visioni delle diverse discipline quali la sociologia, l’antropologia, la psicologia sociale, la psicologia clinica, la psicologia dinamica e la psichiatria.

 

Prima di analizzare nel dettaglio cosa è successo alle coppie contemporanee e perché tali coppie possano essere definite in crisi, bisogna fare una panoramica su come siamo arrivati nelle relazioni, intendendo il termine “relazione” nella sua accezione più globale, alla situazione relazionale odierna, evidenziando quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi di questa situazione.

 

Gli aspetti relazionali ed emozionali nella socetá patriarcale sono stati repressi in modo rigido ed autoritario bandendo ogni genere di deviazione o di creatività. I binomi governanti/cittadini, padroni/lavoratori, patriarchi/altri familiari  erano regolati da una comunicazione asimmetrica e totalmente mancante di fluidità.

 

Il Rinascimento segna l’inizio del lento aumento di libertà e di sensibilità dell’individuo che nell’Illuminismo e nel Romanticismo si estende nelle relazioni, dove emozioni e sentimenti iniziano ad essere esternati, bisogna però arrivare alla Democrazia e successivamente ai filoni culturali degli anni Sessanta per vedere una vera e propria rivoluzione nelle relazioni volta alla libertà e alla creatività verso la costituzione di rapporti umani più gratificanti, costruttivi e consapevoli.

 

Da relazioni incentrate sulla famiglia e la comunità, si passa a relazioni dove il singolo diventa il vero protagonista, nasce la spontaneità nelle relazioni, la flessibilità nelle regole che le determinano e la sempre crescente esperissivitá delle emozioni. Ma tutto ciò ovviamente porta il suo prezzo da pagare, come la crisi dell’individuo nella sua identità, la perdita dei valori e delle norme morali, il caos sociale ed esistenziale, l’esponenziale aumento dei conflitti manifesti. Il doversi confrontare ed accordare su regole ed obiettivi al posto di seguire modelli preimpostati, socialmente preapprovati, risulta essere “la diavolina” del conflitto.

 

Precedentemente il confronto era con un profondo senso di repressione e frustrazione nel dover sottostare alle regole, ora la libertà diventa madre dell’ansia se non gestita adeguatamente.

 

La globalizzazione aumenta ulteriormente le differenze interpersonali aggiungendo ai nuovi modelli individuali quelli di sistemi culturali, filosofici e religiosi differenti, che quando integrati potranno generare nuovi filoni di pensiero verso una coscienza planetaria ancora più complessa e articolata.

 

Bisogna però ricordare che la mancanza di un’adeguata comunicazione, all’interno della stessa cultura, come con culture diverse, può portare a conflitti nati dalla paura delle differenze e dalle incomprensioni generate da una non corretta decodifica del comportamento e della comunicazione dell’altro.

 

L’evoluzione delle scienze psico-socio-antropologiche ha mostrato la relatività di vecchi valori, credenze, norme e modelli di comportamento che per secoli avevano costituito le mura portanti della cultura e della religione, mostrando come essi risultano essere in contrasto con i diritti democratici e con il buon funzionamento sociale e relazionale.

 

La democrazia che trova il suo seme nella rivoluzione americana e nella Rivoluzione francese, trova il suo avvento nella microsocialitá della famiglia, della scuola, del lavoro solo in tempi recentissimi creando anche non poco scompiglio nella rinegoziazione delle regole condivise nei singoli e peculiari microsistemi.

 

Per una società più libera e creativa, per ottenere rapporti umani più gratificanti, costruttivi e consapevoli, per la parità dei diritti, per il principio dell’autodeterminazione, per la reciprocità, questa risulta essere la via giusta per portare ad un cambiamento evolutivo positivo. Il disagio psicosociale e il malessere esistenziale sono però sempre più diffusi per l’insufficiente qualità delle relazioni interpersonali, sempre meno rassicuranti e sempre più conflittuali nella coppia, in famiglia, a scuola e  sul lavoro.

 

La qualità delle relazioni è fondamentale per la percezione di soddisfazione/insoddisfazione percepita della propria vita privata incidendo sull’autostima e sul senso di identità. Il problema attuale risiede nel fatto che ci troviamo “nella terra di mezzo”, infatti i principi e le regole su cui si basano oggi le relazioni sono un misto incoerente tra vecchia e nuova cultura, oltretutto ogni singolo individuo avendo coltivato il proprio giardino dell’individualitá si sente sempre più incompreso in questa crescente esuberanza di differenze rispetto alle somiglianze e per questo, sempre più solo. L’incremento delle relazioni e delle interazioni virtuali a discapito di quelle reali si va a sommare al quadro d’insieme andando ad aumentare nell’individuo la percezione di solitudine.

 

Da qui nasce il bisogno di un nuovo modello di interazione, attualmente ancora da costruire, che si basi sul soddisfacimento dei propri bisogni riconoscendo e rispettando quelli dell’altro.

 

 

In USA circa il 70% dei matrimoni sembra destinato a finire in un divorzio, in Italia la percentuale è più bassa ma in continuo aumento.

 

In passato la funzione sociale del matrimonio risiedeva nella procreazione, nella trasmissione ereditaria del nome dei beni e del lavoro e nell’alleanza tra le famiglie, mentre oggi il matrimonio si basa sull’attrazione, l’innamoramento e la sessualità. Indagini infatti rilevano che circa un terzo delle coppie attribuisce a problemi sessuali la causa del fallimento del propio matrimonio. L’intimitá affettiva, la compatibilità caratteriale e intellettuale sono oggi considerate fondamentali nel rapporto di coppia che, oltre a queste dimensioni, chiama in gioco anche quelle emozionali e a volte strettamente pratiche.

 

La funzione sociale del matrimonio in passato chiamava i coniugi a rinunciare alla loro individualità a favore della famiglia ed il loro legame passava in secondo piano rispetto a quello con i figli e con i parenti. La morale e la religione con i loro dogmi e le loro regole erano un forte collante per la coppia che sottostava ai precetti per non incorrere nell’isolamento sociale e nella vergogna.

 

Un altro aspetto importante da considerare è quello dei ruoli definiti e chiari all’interno della coppia, che sovrastavano il concetto di individuo. Ora i ruoli sono interscambiabili e la coppia si trova a cercare di contrattare la suddivisione dei compiti e delle mansioni.

 

L’emancipazione della donna e la perdita dei ruoli specifici nella coppia hanno portato le relazioni a sbilanciarsi, la donna, non più costretta ad appoggiarsi all’uomo per uscire dalla famiglia di origine, non cerca più nell’uomo una casa e una sicurezza materiale e personale, ma una complicità sessuale, sentimentale e il dialogo, dimensioni che non sempre l’uomo riesce a capire nella donna e a soddisfare.

 

La donna già da molto tempo ha iniziato a sviluppare la propria parte maschile interiore mentre l’uomo è ancora agli albori nel raffinamento della sua parte femminile che in alcuni casi ancora teme.

 

Negli anni Sessanta e Settanta nel mondo occidentale si è assistito a numerose sperimentazioni nella coppia, ad oggi possiamo dire che non esistono soluzioni valide per tutti, ogni coppia ed ogni individuo deve trovare la sua strada particolare e speciale. Libertà e flessibilità non devono sfociare però in irresponsabilità e in superficialità. La maggiore libertà sessuale permette oggi di entrare in intimità in tempi brevissimi, le relazioni sono più libere e intense che in passato, ma con questo è sempre più frequente la fragilità di queste relazioni e la conseguente paura ad iniziare nuove storie.

 

Non è da sottovalutare la differenza intersessuale dell’obiettivo relazionale e dello scopo comunicativo. Quando entra in relazione, l’obiettivo principale dell’uomo è quello di mantenere il suo status, quindi tenderà  a parlare di più nelle situazioni sociali in cui vive una competizione con gli altri, invece che in quelle private; mentre l’obiettivo relazionale della donna sarà l’intimitá, quindi tenderà a parlare di più quando è in coppia o con un piccolo gruppo di persone a lei care. Queste differenze creeranno nella coppia non poche incomprensioni.

 

La donna per mantenere la relazione sana e vitale tenderà a sollevare lamentele e disaccordi che verranno interpretate dall’uomo come strategie di potere o critiche aggressve. Anche nell’esternare le emozioni la differenza tra i due sessi comporta spesso incomprensioni date dalla maggiore capacità di esternare e di smaltire gli effetti da esse provocati della donna, contrapposti alla maggiore chiusura dell’uomo non abituato culturalmente ad esternarle e per questo la maggiore difficoltà per essi di riuscire a digerirle. Solo dal chiarimento di queste differenze e dall’educazione nel affrontarle positivamente può nascere una maggiore fluidità nei rapporti.

 

La relazione uomo-donna per evolversi dalla schiavitù delle norme del passato, per trovare le sue basi sulla parità, sull’amore e sulla condivisione, deve sviluppare la dimensione più importante, che fino ad oggi questo binomio ha sempre trascurato per l’antecedente asimmetria di potere che ad oggi non esiste più, la comunicazione uomo-donna intesa nella comprensione reciproca e nella tolleranza delle sue differenze individuali verso il raggiungimento di uno scopo condiviso: l’equilibro.

 

Non è facile rinunciare ai vantaggi di una vita che dá completo spazio all’individualitá ma questa strada conduce alla solitudine. Un matrimonio basato su una buona e funzionale comunicazione e comprensione reciproca porta al raggiungimento di un equilibrio individuale e condiviso, con i numerosi ed importanti vantaggi che ne derivano.

 

L’apprendimento di adeguate capacità di ascolto, lo sviluppo di una espressività chiara ma non aggressiva, il raggiungimento di una consapevolezza relazionale ed emozionale portano l’individuo a comprendere e decodificare la comunicazione e il comportamento del partner riusciendo così ad accoglierlo nella sua diversità senza trascurare o mettere in ombra la propria individualità.

 

Non dimentichiamo che l’attuale situazione di crisi economica sta portando non poche volte a ripiegare in convivenze forzate che, per la mancanza di tolleranza e comprensione dell’altro, non trovano in questa situazione di mutuo soccorso un sollievo emotivo e un aumento nell’affettivitá di condivisione verso un scopo comune, dimenticando gli aspetti di gratitudine del passato. Risulta per questo oggi di estrema importanza ristrutturare un sistema relazionale che, se non risolto, porterà sempre più ad un maggiore stress e ad una maggiore conflittualità nella famiglia odierna.

 

http://www.economiaediritto.it/crisi-della-coppia-origini-e-soluzioni/

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IL DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO

rossella 26.02.2016 Blog 0
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Il disturbo da attacchi di panico fa parte dei disturbi d’ansia, tipologia di disturbi che stanno sempre più consistentemente caratterizzando il nostro millennio.

La conoscenza e l’informazione possono permettere all’individuo di saper meglio fronteggiare il riscontro di questa patologia, imparando a riconoscerla in sé o negli altri e sapendo cosa fare nel caso essa entri a far parte della sua realtà.

 

Gli attacchi di panico sono momenti, la cui durata può variare normalmente dai 10 ai 30 minuti, in cui l’individuo sente una improvvisa ed intensa paura o un rapido aumento dell’ansia già presente in quella giornata.
A queste forti emozioni si aggiungono anche sintomi di tipo fisico e cognitivo che possono variare da persona a persona tra questi possiamo trovare:

 

  • forte sudorazione
  • sensazione di nodo alla gola
  • sensazione di mancanza d’aria
  • difficoltà nel respirare
  • palpitazioni
  • dolori al petto (a volte scambiati per attacco di cuore visto che possono essere associati a dolore ad un braccio)
  • nausea
  • vertigini
  • paura di morire o di impazzire
  • vampate di calore
  • brividi
  • coliche intestinali
  • formicolii intorpidimento
  • Sensazioni di derealizzazione ( il mondo viene percepito come strano, irreale e distante)
  • depersonalizzazione (sensazione di distacco o estraneità dai propri pensieri o dal proprio corpo)
  • pensieri catastrofici

 

Il primo attacco di panico normalmente é totalmente inaspettato e improvviso; i soggetti che lo hanno provato lo descrivono come una esperienza terribile e spaventosa per la quale molti di loro testimoniano di essersi recati al pronto soccorso. Successivamente possono diventare più prevedibili.

 

L’evento traumatico fa nascere nel soggetto la paura di un nuovo attacco e questo pensiero via via diventa invadente.
Infatti è proprio la paura della paura che può trasformare quel primo e unico attacco nel vero e proprio disturbo da attacchi di panico caratterizzato dal ripetersi nel tempo di questi episodi.

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Con il tempo la paura degli attacchi può portare a una sensazione d’ansia, chiamata agorafobia, verso tutti quei luoghi o quelle situazioni dalle quali risulterebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nelle quali potrebbe essere impossibile ricevere un aiuto nel caso di un attacco.

 

Si arriva a sentire l’esigenza di essere sempre accompagnati, di evitare viaggi in treno, in macchina, in aereo, in autobus, di evitare stare in mezzo alla folla o in coda e per i più giovani di stare in classe a scuola per paura di non avere il permesso di andare in bagno o la vergogna di stare male davanti ai coetanei.

 

Da qui inizia la schiavitù degli attacchi di panico che portano il paziente ad evitare tutte le situazioni potenzialmente ansiogene costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi alla situazione, non lasciandolo mai solo e accompagnandolo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che ne deriva che può portare a depressione nel soggetto.

 

Il non riconoscimento della patologia in alcuni casi può portare il soggetto a fare numerosissime visite mediche nella ricerca del riconoscimento di un disturbo patologico di tipo fisico al quale si possano ricondurre tutti i sintomi da esso privati.

 

Il disturbo da attacchi di panico è come un rampicante, più passa il tempo più ha modo di coinvolgere e invalidare un maggior numero di ambiti della vita di quella persona entrando così dopo anni a fare parte della “normalità” dolorosa di quell’individuo. Risulta quindi fondamentale rivolgersi ad uno specialista il prima possibile in modo tale che la remissione risulti più rapida e meno difficoltosa.

 

Con la psicoterapia ipnotica neo-ericksoniana il terapeuta promuove un cambiamento nella sintomatologia espressa dal paziente, non suggerendo soluzioni dettate dalle proprie credenze personali o da indicazioni standardizzate di un modello teorico psicoterapeutico, ma attraverso l’utilizzazione delle risorse individuali e personali del suo paziente accompagnandolo al di fuori della situazione problematica che sta vivendo.

 

“Non c’è nulla di più delizioso di piantare semi di fiori e non sapere che tipo di fiori cresceranno.” ( Milton Erickson)

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Dott.ssa Rossella Ridolfi
Psicologa
Psicoterapeuta
Ipnosi neo-ericksoniana
Tecniche di rilassamento
EMDR

Via Giuliano Spazzi, 9  - 22063 Cantù CO
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